Ablazione transcatetere delle aritmie cardiache
Il nostro cuore è un organo stupendo. Una macchina fondamentale e al contempo estremamente complessa che richiede attenzione, cura e persino un po’ di manutenzione.
pubblicato il 6 Giugno 2022
aggiornato il 7 Marzo 2023
Cardiologia: parliamo di Ablazione transcatetere delle aritmie cardiache – Intervista al Dott. Simone Gulletta – Specialista in Cardiologia Aritmologia
Ablazione transcatetere delle aritmie cardiache
Il nostro cuore è un organo stupendo. Una macchina fondamentale e al contempo estremamente complessa che richiede attenzione, cura e persino un po’ di manutenzione. Il battito che sentiamo, e che permette di far arrivare il sangue in tutto il nostro corpo, è un metronomo che scandisce il tempo e dà il ritmo che ci accompagna per tutta la vita. Ogni battito è stimolato da un segnale elettrico che viene generato dal sistema di conduzione cardiaco. Un cuore normale fa questa attività all’incirca tra le 60 e le 100 volte al minuto, rispettando sempre il suo ritmo. Se insorgono problemi al sistema di conduzione, il ritmo può variare: accelera, rallenta oppure si registra un battito irregolare. In questi casi parliamo di aritmia, in cui viene meno il ritmo corretto e possono insorgere altri problemi che inficiano sul buon funzionamento del nostro cuore. Intervenire in questi casi non è semplice, ma è possibile farlo.Ablazione transcatetere e aritmie
In caso di inefficacia o intolleranza dei farmaci, l’ablazione transcatetere mediante radiofrequenza permette di trattare la maggior parte di aritmie cardiache e spesso in modo definitivo, ovvero rimuovendo il problema all’origine. Parliamo di una procedura che consiste nell’introduzione di elettrocateteri nel cuore attraverso accessi venosi o arteriosi (solitamente sono utilizzate la vena o l’arteria femorale, oppure la vena succlavia o giugulare), permettendo così di analizzare la causa del problema e di intervenire in modo mirato: l’elettrocatetere ablatore “brucia” infatti la zona responsabile dell’aritmia. Solitamente si esegue da sveglio, in anestesia locale, ha una durata media di circa 90 minuti con elevata percentuale di successo e il paziente generalmente è dimesso dall’ospedale il giorno successivo all’intervento.Tra le diverse tipologie di aritmie cardiache, l’ablazione transcatetere è indicata per la fibrillazione atriale, in particolare per la fibrillazione atriale parossistica. Questa si caratterizza per il fatto che si interrompe spontaneamente entro i sette giorni e si differenzia dalla fibrillazione atriale persistente, la cui durata è maggiore di sette giorni e necessita di cardioversione farmacologica oppure elettrica; dalla fibrillazione atriale di lunga durata che, invece, persiste da più di un anno e richiede un trattamento terapeutico per il ripristino del ritmo sinusale; dalla fibrillazione atriale permanente per la quale non viene più presa in considerazione una strategia terapeutica per il ripristino del ritmo sinusale.Terapie e progressione della patologia
I migliori risultati ablativi si ottengono nella fibrillazione atriale parossistica, senza cardiopatia organica e con normali dimensioni dell’atrio sinistro. Peraltro, nei pazienti con fibrillazione atriale parossistica l’ablazione transcatetere è indicata come terapia di prima linea poiché il mantenimento del ritmo sinusale offre migliori risultati nel ridurre le recidive. Una volta diagnosticata una fibrillazione atriale parossistica è importante la tempestività dell’intervento. Infatti nella progressione della forma parossistica a quella persistente porta a un rimodellamento atriale che rende l’aritmia più resistente alla terapia ablativa. L’indicazione primaria dell’ablazione transcatetere della fibrillazione atriale è l’isolamento elettrico delle vene polmonari che confluiscono nell’atrio sinistro.Modalità di intervento
Qui le moderne tecniche d’intervento permettono di ottenere un mappaggio dell’area da trattare. L’anatomia dell’atrio sinistro viene ricostruita grazie a sistemi di mappaggio tridimensionali. Inoltre, informazioni aggiuntive sono date dagli ablatori con forza di contatto: questi migliorano l’efficacia della lesione e riducono al minimo i rischi di complicanze. Tra le aritmie che vengono trattate con l’ablazione transcatetere ci sono anche le tachicardie parossistiche sopraventricolari dovute a un meccanismo da rientro.La più comune è la tachicardia da rientro nodale, caratterizzata da palpitazione con esordio e termine improvviso, a cui possono associarsi angina, ansia, sincope e scompenso cardiocircolatorio. Il target dell’ablazione è rappresentato dalla via lenta che è una zona del sistema di conduzione cardiaco che può essere sottoposta ad ablazione con sicurezza. L’ablazione transcatetere mediante radiofrequenza si applica anche a pazienti con preeccitazione ventricolare (WPW), tachicardie atriali, extrasistoli ventricolari e tachicardie ventricolari. Di fatto, questa metodica rappresenta l’innovazione tecnologica più indicata nella cura delle aritmie poiché riduce il numero delle ospedalizzazioni e migliora la qualità della vita rispetto alle terapie con farmaci antiaritmici.