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Alimentazione in menopausa 

Le variazioni del peso corporeo e della composizione corporea in menopausa 

Alimentazione in menopausa

Di Dott. Raffaele Soccio

L’aumento del peso corporeo di circa 0,5 kg per anno è principalmente legato alle modifiche fisiologiche che si verificano con l’età più che alle variazioni ormonali legate alla menopausa.

Il cambiamento più significativo associato alla menopausa è l’incremento del grasso corporeo e in particolare del grasso addominale che è associato a valori alti di trigliceridi e acidi grassi liberi e a insulino-resistenza, fattori di rischio per patologie cronico-degenerative quali, diabete, patologie cardiovascolari e cancro. Dopo i 50 anni di età la massa magra si riduce del 5% per ogni decade, a cui contribuisce la perdita di massa muscolare di circa lo 0,6% per anno dopo la menopausa.

 

Menopausa: perdita di massa muscolare e tonicità 

La perdita di massa muscolare definita con il termine di sarcopenia ha una prevalenza nelle donne dopo i 67 anni di circa il 7,9%. Associata alla sarcopenia, in questo periodo si verifica una ridistribuzione del tessuto adiposo corporeo con un aumento dell’accumulo di grasso addominale e una diminuzione di quello sottocutaneo con una conseguente distribuzione distrettuale del tessuto adiposo simile a quella maschile, “androide”, e diversa da quella “ginoide” caratteristica della donna in età fertile.

 

Gli estrogeni svolgono, infatti, un’azione modulatrice in alcuni processi che influenzano la distribuzione del grasso corporeo, agendo sul metabolismo del tessuto adiposo, in modo particolare sull’attività della lipoproteina lipasi e sulla lipolisi. La perdita dell’attività lipolitica negli adipociti addominali dopo la menopausa predispone all’accumulo di tessuto adiposo.

 

Tra i possibili meccanismi che possono spiegare le variazioni della massa grassa sia totale che regionale è stata anche ipotizzata una diversa utilizzazione dei substrati energetici. Il mantenimento della composizione corporea, infatti, richiede un equilibrio tra assunzione e ossidazione di proteine, carboidrati e lipidi.

 

A quali comportamenti è associata la menopausa? 

La menopausa è associata con una ridotta ossidazione dei grassi e una maggiore dipendenza dalle riserve di carboidrati. Mentre per le proteine e i carboidrati il bilancio è finemente regolato da meccanismi che accoppiano assunzione e ossidazione, alla variazione nell’apporto dei grassi non corrisponde un meccanismo compensatorio nella loro ossidazione.

 

Diversi studi hanno però dimostrato che se la dieta ad alto contenuto in grassi è associata a un incremento dell’attività fisica, il tempo di adattamento per adeguare l’ossidazione dei grassi all’assunzione si riduce sia nelle donne che negli uomini. Infatti, la deplezione di glicogeno indotta dall’esercizio fisico incrementa l’ossidazione dei grassi, facilita l’adattamento e il raggiungimento del bilancio dei grassi. Peso e composizione corporea sono regolati dal bilancio tra dispendio e apporto di energia.

 

Dispendio energetico in donne verso la menopausa 

Studi longitudinali hanno evidenziato in donne nel periodo post-menopausale, una diminuzione del dispendio energetico totale di circa 200 kcal/die a cui contribuiscono sia una riduzione del metabolismo di base (circa -100 kcal/die) sia una riduzione dell’attività fisica.

Mentre non è chiaro perché le donne in menopausa diventino più sedentarie, per quanto riguarda il metabolismo di base, la diminuzione osservata in menopausa non sembra direttamente correlata alla carenza estrogenica, ma piuttosto alla perdita di massa magra, cioè di tessuto metabolicamente attivo e quindi anche alla sarcopenia che inizia ad instaurarsi in questo periodo della vita.

 

A tale riguardo è da sottolineare che nell’adulto di entrambi i sessi la progressiva perdita di massa magra e l’aumento del grasso corporeo determinano un declino del metabolismo basale, pari all’1-2% ogni 10 anni dal terzo decennio in poi di vita per arrivare ad una perdita del 3-5% negli ultrasessantenni. A tali variazioni contribuiscono anche altri fattori come l’attività metabolica intrinseca per grammo di tessuto degli organi che hanno necessità energetiche più elevate e malattie comuni associate all’età e gli effetti conseguenti che queste hanno sui costi metabolici degli organi.

 

Per quanto riguarda la relazione tra menopausa e apporto di energia le evidenze scientifiche fanno riferimento a studi sperimentali su modelli animali che sembrano evidenziare un’influenza degli estrogeni sull’apporto di energia con la dieta modulando direttamente, o indirettamente, l’attività di molecole che regolano l’appetito e la sazietà, in modo particolare peptidi oressigeni, quali neuropeptide Y e grelina, e adipochine, quali leptina e resistina.

 

Al fine di poter chiarire meglio quanto l’alterazione dell’omeostasi energetica sia dovuta alla mancanza di estrogeni di per sé o ai cambiamenti dei processi fisiologici che si instaurano con l’avanzare dell’età sono necessari ulteriori studi longitudinali nel periodo sia pre-menopausale che post-menopausale che valutino in associazione dispendio energetico, composizione corporea, dieta e stile di vita

 

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