Pubblicato il 22/04/2025
Battere il tempo: il cuore sotto controllo con la Dott.ssa Francalacci
Intervista alla Dott.ssa Gabriella Francalacci, cardiologa presso Cerba Healthcare Novara
Siamo al Poliambulatorio Cerba Healthcare di Novara, dove la Dott.ssa Gabriella Francalacci – cardiologa con lunga esperienza ospedaliera e ambulatoriale – ci accoglie per parlare di un tema tanto diffuso quanto sottovalutato: lo scompenso cardiaco e la prevenzione cardiovascolare.
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Lo scompenso cardiaco è la pandemia silenziosa del secolo
«Oggi lo scompenso cardiaco è in aumento costante. Lo definirei una vera e propria pandemia del nostro tempo. Le cure sono migliorate, la vita si è allungata, ma proprio per questo vediamo sempre più pazienti che sviluppano queste problematiche»
ci spiega la Dott.ssa Francalacci.
Ma cosa si intende per scompenso cardiaco?
«È l’incapacità del cuore di pompare sangue in modo sufficiente per nutrire i tessuti e gli organi del corpo. Una condizione che ha un impatto diretto sulla qualità della vita».
Classificare lo scompenso per intervenire meglio
«La classificazione più utilizzata è quella della New York Heart Association» – prosegue la dottoressa – «che suddivide i pazienti in quattro classi, in base alla limitazione fisica. In classe I non ci sono sintomi; in classe IV, anche il riposo diventa difficile.»
«Inoltre, oggi distinguiamo tra scompenso con disfunzione sistolica e diastolica. Non è solo il cuore che pompa male: anche un cuore che non si rilassa correttamente può provocare scompenso, ed entrambe le forme vanno trattate con attenzione.»
I nemici del cuore: ipertensione, fumo, obesità e infezioni
La lista dei fattori di rischio è lunga, e spesso evitabile.
«Un’ipertensione non curata, il colesterolo alto, il fumo di sigaretta, l’obesità – che oggi è una vera malattia, non un problema estetico – peggiorano la funzionalità del cuore e accelerano il declino.»
«Anche una semplice bronchite o l’influenza stagionale possono aggravare la situazione, soprattutto in pazienti già fragili. Con il Covid, ad esempio, abbiamo osservato numerosi casi di miocarditi e pericarditi che hanno influito negativamente sul cuore.»
Prevenzione cardiovascolare: da dove cominciare?
Secondo la Dott.ssa Francalacci, il primo passo è l’anamnesi:
«Capire la storia del paziente è fondamentale. Familiarità, sesso, fumo, presenza di diabete o ipertensione: sono tutti elementi che ci permettono di calcolare il rischio cardiovascolare individuale.»
Tra gli esami più importanti:
Check-up cardiovascolare«Sicuramente elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. L’ecocardio è il nostro occhio sul cuore: ci dice come funziona, se ci sono danni, problemi valvolari. E la prova da sforzo, dai 40 anni in su, anche in assenza di sintomi, è altamente consigliata.»
Colesterolo e diabete: i due grandi nemici silenziosi
«Non basta parlare di colesterolo alto. Bisogna guardare le frazioni: l’LDL, cioè il colesterolo “cattivo”, è il vero nemico delle arterie. Le nuove linee guida dicono: less is better. Meno è, meglio è. E in pazienti con rischio elevato, i valori devono essere davvero bassi.»
«Il diabete, poi, è la malattia silenziosa per eccellenza: associato all’ipertensione, moltiplica di dieci volte il rischio di eventi cardiovascolari sfavorevoli.»
Lo sport come alleato… ma con attenzione
In qualità di medico anche nell’ambito della medicina sportiva, la Dott.ssa Francalacci lancia un monito:
Vai a Medicina dello sport«Nei giovani sportivi, a volte, l’elettrocardiogramma può far emergere anomalie cardiache. Se ci sono onde T negative, aritmie o segni sospetti, bisogna approfondire. L’ecocardiogramma e, in alcuni casi, la risonanza magnetica cardiaca diventano fondamentali per escludere patologie strutturali, come la cardiomiopatia ipertrofica.»
«Nei casi sospetti, lo sportivo va fermato, si procede con il cosiddetto detraining, e solo dopo controlli approfonditi si può valutare una ripresa. Ma certe attività ad alto livello, in presenza di alcune condizioni, non sono più compatibili.»
La prevenzione è una scelta consapevole
La Dott.ssa Francalacci lancia un messaggio chiaro e diretto:
«Chi pensa che andare dal cardiologo significhi ricevere brutte notizie si sbaglia. Significa invece prendersi cura di sé, prevenire invece che curare, e affrontare in tempo fattori di rischio che possono essere gestiti. La vera medicina parte dalla conoscenza e dall’ascolto del proprio corpo.»
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