Fibromialgia: sintomi, forme e criteri di riconoscimento

Fibromialgia: sintomi, forme e criteri di riconoscimento

di Dott. Federico Filippi

Cos’è la fibromialgia? 

La fibromialgia (FM) è una sindrome complessa, caratterizzata principalmente da dolore muscolare diffuso e persistente, spesso accompagnato da una serie di altri sintomi che rendono la vita quotidiana estremamente faticosa per chi ne soffre.

I sintomi principali includono:

  • rigidità articolare
  • affaticamento
  • stanchezza fisica e mentale
  • disturbi del sonno (spesso non ristoratore)
  • difficoltà cognitive

Queste difficoltà cognitive sono note anche come “fibrofog”, termine che indica problemi nella concentrazione, nella memoria e nell’elaborazione mentale. 

Accanto a questi sintomi tipici si aggiungono frequentemente ansia, depressione, sindrome del colon irritabile e una compromissione di vario grado delle attività quotidiane, le cosiddette Activities of Daily Living (ADL).

La fibromialgia non è quindi soltanto una condizione dolorosa, ma un insieme di manifestazioni che coinvolgono diversi aspetti della salute e che rendono difficile mantenere una buona qualità di vita. 

La fibromialgia può colpire pazienti di ogni età e sesso, ma è riscontrata con maggiore frequenza nelle donne giovani.

Secondo i criteri di classificazione dell’American College of Rheumatology (ACR), la fibromialgia colpisce circa il 2% della popolazione generale, con una prevalenza stimata del 3,5% tra le donne e dello 0,5% tra gli uomini. 

 

Una diagnosi clinica senza esami specifici 

Una delle principali difficoltà nel riconoscere e diagnosticare la fibromialgia è l’assenza di alterazioni evidenti negli esami diagnostici di routine.

Infatti, nonostante l’intensità dei sintomi riportati dai pazienti, gli esami del sangue, le radiografie, le risonanze magnetiche e altre indagini strumentali risultano solitamente nella norma.  

La diagnosi è quindi esclusivamente clinica e si basa sull’attenta valutazione dei sintomi riferiti dal paziente, sull’esame obiettivo e sull’esclusione di altre patologie che possono presentare un quadro clinico simile.

È un percorso spesso lungo e complesso, che richiede la capacità del medico di interpretare correttamente i segni clinici. 

Le attuali conoscenze in ambito neurofisiologico classificano la fibromialgia come una Sindrome da Sensibilizzazione Centrale (CSS).

Questa condizione si verifica quando il sistema nervoso centrale diventa ipersensibile agli stimoli dolorosi.

In altre parole, il cervello e il midollo spinale elaborano in modo alterato i segnali provenienti dal corpo, amplificandoli e rendendoli più difficili da tollerare. 

La fibromialgia rientra quindi in un gruppo di sindromi caratterizzate da una disfunzione comune, insieme a:

  • Sindrome da stanchezza cronica

  • Cefalea tensiva

  • Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)

  • Sensibilità chimica multipla

  • Sindrome delle gambe senza riposo

  • Altre condizioni affini

 
 

Forme di fibromialgia e fattori scatenanti 

Esistono due forme principali di fibromialgia.

  • La prima è la forma primaria, che si manifesta autonomamente, senza una causa identificabile.
  • La seconda è la forma secondaria, che si sviluppa in concomitanza o a seguito di altre patologie, in particolare malattie reumatiche come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico o la spondilite anchilosante. 

La causa esatta della fibromialgia non è ancora completamente nota, ma si ritiene che sia di origine multifattoriale.

Questo significa che non esiste un solo elemento scatenante, bensì una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici.

Alcuni studi hanno evidenziato una predisposizione familiare, suggerendo un possibile legame genetico. 

Tra i fattori ambientali che possono scatenare la fibromialgia troviamo traumi fisici o emotivi, infezioni virali, stress cronico e disturbi del sonno persistenti.

In questo senso, la malattia appare come il risultato di una vulnerabilità di base che, quando incontra condizioni ambientali o esperienze negative, può manifestarsi in tutta la sua complessità. 

 

Come si riconosce la fibromialgia 

Diagnosticare correttamente una condizione così diffusa, ma al tempo stesso difficile da identificare, richiede criteri clinici pratici e buon senso medico.

Il riconoscimento si basa sulle linee guida già pubblicate in letteratura scientifica e sull’esperienza dei professionisti. 

Tra i segni e sintomi più comuni della fibromialgia troviamo:

  • Dolore muscolare generalizzato e persistente, diffuso in tutto il corpo e presente da mesi

  • Tender points (punti dolenti) in sedi muscolari specifiche, come:

    • collo

    • spalle

    • fianchi

    • gomiti

    • ginocchia

Altri sintomi frequentemente associati includono:

  • Disturbi del sonno

  • Colon irritabile

  • Affaticamento già dal mattino

  • Faticabilità anche dopo sforzi modesti

  • Dolore pelvico

  • Dolore all’articolazione temporo-mandibolare

  • Cefalea tensiva

  • Emicrania

  • Sindrome delle gambe senza riposo

  • Cistite interstiziale

È importante sottolineare che non è necessario che tutti i sintomi siano presenti contemporaneamente: anche la presenza di alcuni di essi può essere sufficiente per ipotizzare una diagnosi. 

Il percorso diagnostico inizia solitamente con il medico di medicina generale, che raccoglie i sintomi riferiti dal paziente e ne valuta l’impatto sulla vita quotidiana.

Successivamente, il paziente viene indirizzato a un reumatologo, lo specialista in grado di confermare la diagnosi ed escludere altre condizioni con manifestazioni cliniche simili. 

 


Torna alle news