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Il Pap test 

La storia di un successo ancora attuale 

Il Pap Test | Cerba Healthcare Italia

Di Dott. Giacomo Dell antonio

Il Dottor Georgios Papanicolau era un sognatore determinato.

Intuì come si potesse con un semplice striscio raccogliere le cellule dalla cervice e determinarne sia l’assetto ormonale che successivamente le alterazioni citologiche predittive del carcinoma della cervice o diagnosticarlo in maniera certa.  

Il Pap test: i primi studi su cavie 

Iniziò il suo studio su cavie nel 1928 e dovette attendere fino agli anni 40 per poter sperimentare tale procedura sulla popolazione femminile.
Dopo i primi risultati positivi negli anni 50 se ne capì l’importanza diagnostica e di prevenzione iniziando con esami di screening e determinando ad oggi il più grande successo nella lotta ai tumori. 

 

A favorire la diffusione del Pap test è stata la sua semplicità di esecuzione, la sua sensibilità e specificità nell’individuare le lesioni e questo anche grazie alla professionalità di citoscreener, medici anatomo patologi e ad una classificazione internazionale (Bethesda) che ne ha reso più facile l’interpretazione e l’applicazione clinica. 

 

Nonostante tutti i progressi della medicina se si considera negli ultimi cinquant’anni quale sia stato il tumore che ha avuto la maggiore regressione in incidenza (casi nuovi per anno) e prevalenza (casi attuali nella popolazione) questo è il carcinoma della cervice.


Paragonando i dati tra i paesi in cui è stato introdotto lo screening con pap test (a cui aderisce solitamente circa il 70-80% delle donne) con i paesi in cui non vi è screening si osserva come in questi ultimi la mortalità per carcinoma della cervice sia sino a 50 volte maggiore. 

 

Ultimamente il Pap test ha avuto delle evoluzioni significative in quanto la scoperta ed individuazione dei ceppi di papilloma virus legati all’insorgenza e allo sviluppo del carcinoma della cervice e la possibilità di identificarli con metodiche di biologia molecolare nelle cellule prelevate durante il Pap test ha permesso di aumentare l’accuratezza della diagnosi e della prognosi.


La modalità di prelievo non cambia ma il materiale viene processato in maniera diversa, detta anche “strato sottile”, potendo così utilizzare le cellule prelevate per entrambe le metodiche, sia la citologia tradizionale per vedere le alterazioni morfologiche sia la ricerca con la biologia molecolare di DNA o RNA di papilloma virus.

 

 

 

Le campagne di screening con Pap test 

Le campagne di screening con Pap test in Italia si applicano alle donne tra i 25 e i 65 anni usando prevalentemente lo “strato sottile” con solo l’esecuzione di biologia molecolare.

Se risulta negativa il Pap test viene ripetuto dopo 5 anni, se invece risultasse positiva (cioè presenza di papilloma virus) viene eseguito anche l’esame citologico per identificare e classificare in categorie Bethesda le atipie morfologiche.


Ricordiamoci però che un test di screening rivolto a tutta la popolazione è diverso come finalità ad una propria e personale attitudine alla prevenzione che dovrebbe andare oltre a questi calcoli statistici tesi ad ottimizzare spesa e risultato suggerendo personalmente il primo Pap test dopo l’inizio dei rapporti sessuali e con frequenza annuale o biennale.  

 

Il Pap test: prevenzione 

Sulla base dei circa 150.000 Pap test citologici e molecolari che ogni anno esegue il gruppo Cerba HealthCare e della letteratura il ricercare soltanto con la biologia molecolare la presenza di ceppi di papilloma non permette di diagnosticare quel piccolo numero di lesioni (circa i1 5 -10%) che non sono correlate al papilloma.


Quindi è consigliabile utilizzare entrambe le metodiche, citologica e molecolare ed in quest’ordine anche perché solo il Pap test citologico permette di individuare anche numerose e fastidiose lesioni infettive, ad esempio, le micosi o il trichomonas che altrimenti verrebbero sottovalutate.


Quindi considerando una corretta prevenzione personale sarebbe da utilizzare il proprio Pap test per entrambe le procedure utilizzando lo “strato sottile” che permette di eseguire con un solo prelievo sia il Pap test citologico tradizionale che la ricerca con biologia molecolare dei ceppi di papilloma virus

 

Altro tema: vaccinazione contro i papilloma virus 

Questa può essere di vari tipi ma solitamente copre solo alcuni dei ceppi di papilloma ad alto rischio, il 16 e 18, i due più frequenti su circa dodici ad alto rischio esistenti.

Quelli ad alto rischio sono i più pericolosi, possono evolvere in carcinoma, quelli a basso rischio inducono di solito lesioni precancerose non evolutive e spesso possono regredire.

Giusto e consigliabile eseguire la vaccinazione che copre una buona parte delle infezioni ma purtroppo ancora non tutte e quindi anche ad una donna vaccinata conviene attenersi alla prevenzione del carcinoma della cervice con il Pap test

 

Presto forse si capiranno meglio i meccanismi d’induzione tumorale del carcinoma della cervice anche nei casi non correlati al papilloma rendendo il Pap test ancora più efficace ma il sogno del Dottor Georgios Papanicolau di prevenire il carcinoma cervicale si può già considerare realizzato 

 

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