
Pubblicato il 06/08/2025
Incontinenza urinaria: affrontarla e non subirla
Un disturbo che viene spesso vissuto con imbarazzo o rassegnazione può essere in realtà affrontato in modo efficace, con soluzioni chirurgiche e non chirurgiche
L’incontinenza urinaria, cioè la perdita involontaria di urina, è una condizione più comune di quanto si pensi, che può colpire sia le donne che gli uomini. È un disturbo davanti a cui spesso ci si “arrende” come se fosse una conseguenza inevitabile dell’età, delle gravidanze o di interventi chirurgici. Ma non è così: oggi si può intervenire efficacemente e ritrovare un’ottima qualità della vita.
Questo disturbo è principalmente “femminile”:
si stima che almeno 4 milioni di donne in Italia ne soffrano nel corso della vita.
Due sono le cause che possono determinare incontinenza urinaria nelle donne: l’iperattività del muscolo della vescica (una contrazione involontaria e incontrollata che provoca un bisogno urgente di urinare, spesso senza riuscire a trattenere) e la debolezza dell’apparato sfinteriale (condizione spesso associata a un prolasso degli organi pelvici).
Per capire la causa e scegliere la terapia più adatta
Per capire la causa e scegliere la terapia più adatta, è fondamentale una diagnosi accurata, che si fonda principalmente su tre esami: ecografia dell’apparato urinario, cistoscopia (con l’introduzione di uno strumento molto sottile attraverso l’uretra per osservare direttamente l’interno della vescica) ed esame urodinamico, che studia in modo preciso la funzione della vescica e degli sfinteri durante il riempimento e lo svuotamento. In aggiunta, il cosiddetto “pad test” o “test del pannolino” consiste nel pesare i pannolini usati nelle 24 ore per quantificare la quantità di urina persa durante la giornata. Dall’esito degli esami dipende la scelta della soluzione più appropriata.
Approcci terapeutici per l’incontinenza femminile
I Farmaci di nuova generazione sono utili soprattutto in caso di iperattività vescicale e aiutano a controllare le contrazioni involontarie.
Grandissimi passi avanti ha fatto anche la chirurgia mini-invasiva, per esempio con l’applicazione di benderelle in polipropilene sotto l’uretra, che rinforzano il sostegno dell’uretra, oppure con interventi per correggere il prolasso.
L’altro pilastro del trattamento dell’incontinenza urinaria femminile è la riabilitazione del pavimento pelvico, con esercizi specifici, sedute di biofeedback e in alcuni casi elettrostimolazione muscolare. Queste tecniche non sempre risolvono il problema da sole, ma sono molto utili sia prima che dopo un eventuale intervento.
I trattamenti descritti permettono di risolvere l’incontinenza in circa l’85-90% dei casi: nella stragrande maggioranza delle situazioni, dunque, non si è costrette a convivere con pannolini o cateteri.
Incontinenza maschile: cause, diagnosi e soluzioni
Nell’uomo l’incontinenza è meno frequente per via di una struttura anatomica differente: l’uretra è più lunga e la prostata fornisce un ulteriore “filtro”. Tuttavia, il problema può insorgere come conseguenza di interventi chirurgici sulla prostata, anche in età relativamente giovane. Anche qui le cause principali sono l’iperattività del detrusore oppure un danno allo sfintere urinario, in particolare dopo prostatectomia.
Trattamenti disponibili per l’uomo
Gli esami da fare sono gli stessi utilizzati in caso di incontinenza femminile:
dunque ecografia per valutare la morfologia e il funzionamento dell’apparato urinario, cistoscopia per osservare l’interno della vescica e dell’uretra, esame urodinamico per capire la dinamica della minzione e della ritenzione, pad test per quantificare le perdite.
Le soluzioni consistono nella riabilitazione del pavimento pelvico (per rinforzare i muscoli coinvolti nella continenza), nella chirurgia mini-invasiva (con tecniche simili a quelle femminili, come i nastri sottouretrali) oppure con lo sfintere artificiale, un dispositivo impiantabile che sostituisce la funzione dello sfintere naturale danneggiato. È una soluzione molto efficace, con ottimi risultati nell’80-85% dei casi.
Per entrambi i sessi
Per entrambi i sessi, vale la pena ricordare alcune regole fondamentali che aiutano a prevenire l’incontinenza o ad aumentare il successo delle terapie: mantenere sotto controllo il peso corporeo, evitare il fumo, limitare l’assunzione di alcolici, praticare regolarmente attività fisica. Sono tutte abitudini che contribuiscono a mantenere in salute i muscoli del pavimento pelvico e migliorano la salute generale dell’apparato urinario.
Lo ricordiamo ancora una volta:
la perdita involontaria di urina – anche se avviene con colpi di tosse, risate o sollevando pesi – non è normale e non va ignorata. Così come non bisogna “rassegnarsi” pensando che l’incontinenza urinaria faccia parte del naturale processo di invecchiamento.
Rivolgersi al proprio medico di fiducia, al ginecologo e all’urologo è il primo passo per affrontare il problema, impostando un percorso con cui è possibile ritrovare il benessere e mantenere uno stile di vita attivo e senza limitazioni, a qualsiasi età.