Le dipendenze relazionali nascono dalla paura 

Le dipendenze relazionali nascono dalla paura 

di Dott.ssa Emanuela Muriana

Ci sono certi legami tra le persone che creano dipendenza: ma cosa vuol dire questa parola, dipendenza? 

La definizione recita: incapacità di fare a meno di una persona (dipendenza psicologica) oppure la necessità di un farmaco o di una sostanza (la condizione del tossicomane). 

Se può essere più comprensibile che cos’è la dipendenza da farmaci, per dormire per esempio, oppure la farmacodipendenza per gestire malattie croniche (cardiache, neurologiche, metaboliche, ecc.), più difficile è accorgersi della dipendenza relazionale, una condizione che si sviluppa spesso gradualmente in vari ambiti delle nostre relazioni.  

 

Al lavoro, in famiglia, in coppia 

Uno degli aspetti della nostra vita in cui potrebbe sorgere una dipendenza è il lavoro: qui potremmo ritenere la presenza di qualcuno indispensabile per la nostra carriera, oppure perché più bravo e ci aiuta, oppure perché si temiamo la sua autorevolezza con tutte le conseguenze immaginabili. 

Ma la dipendenza accade anche in famiglia, tema su cui la psicologia ha prodotto un’enorme quantità di letteratura. In famiglia possono crearsi legami malati che impediscono l’autonomia dei figli, comunicazioni ambivalenti che disorientano. Figli che vengono puniti dai genitori quando vanno bene ma non abbastanza, da adulti si puniranno da soli, rovinando i loro successi. Se invece vengono protetti quando si comportano male, avranno poi come effetto una mancanza di coerenza e svilupperanno impulsività. 

E poi c’è la dipendenza più severa, quella di coppia. Attualmente si chiama affettiva, intendendo la dipendenza dal partner. Si tratta di relazioni malate, spesso molto malate, basate su complementarità patologica: “non posso stare né con, né senza di te…”. Relazioni dolorose, dove il più debole sviluppa sempre una sintomatologia psicopatologica, nell’impossibilità di cambiare la comunicazione o allontanarsi dal partner. 

 

La paura come radice comune 

Tutte queste diverse condizioni hanno in comune un’emozione “fuori soglia”, cioè che non svolge più la sua funzione aiuto alla vita, ma trasforma la visione della persona: la paura.  

La paura di essere giudicati male, la paura di mostrare le proprie carenze, la paura di essere denigrati e abbandonati. Tutti gli individui hanno in comune un atteggiamento per far fronte alle paure, e cioè essere compiacenti e non essere mai capaci di dire di no. La paura, in questi casi, invece di salvarci dal pericolo, trasforma la regolazione delle relazioni in catene dalle quali è difficile liberarsi da soli.

 

 

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