L’importanza del riposo e della qualità del sonno nella preparazione atletica 

L’importanza del riposo e della qualità del sonno nella preparazione atletica 

di Cerba HealthCare Italia

Il sonno come alleato invisibile della performance 

Nell’immaginario comune la performance sportiva è spesso associata a intensi allenamenti, diete mirate e tecniche di recupero all’avanguardia, ma anche mentalità e ottimizzazione dello stile di vita.

Tuttavia, uno degli aspetti più determinanti per il rendimento di un atleta è spesso trascurato: il sonno.

Dormire in modo adeguato non rappresenta soltanto un momento di pausa, ma una vera e propria fase attiva di rigenerazione biologica, durante la quale l’organismo ripara i tessuti danneggiati dallo sforzo fisico consolida la memoria muscolare e ristabilisce l’equilibrio ormonale.

Numerosi studi dimostrano che un sonno insufficiente può compromettere la coordinazione, ridurre la forza esplosiva e rallentare i tempi di reazione, con effetti diretti sul risultato sportivo. 

 

Il ruolo fisiologico del sonno nel recupero muscolare 

Il sonno gioca un ruolo fondamentale e insostituibile nel recupero muscolare.

Durante le ore di sonno profondo, l’organismo attiva processi fisiologici fondamentali per la riparazione muscolare.

La secrezione dell’ormone della crescita (GH) raggiunge il suo picco, favorendo la sintesi proteica e il recupero delle microlesioni indotte dall’attività fisica.

Inoltre, favorisce il metabolismo dei grassi e la ricostruzione del glicogeno, supporta la riparazione delle cellule danneggiate e la crescita muscolare.

Parallelamente, si riducono i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, che in eccesso può ostacolare la ricostruzione dei tessuti e aumentare il rischio di infiammazioni.

Un sonno di qualità, pertanto, non solo migliora la capacità di recuperare dopo uno sforzo intenso, ma rappresenta un fattore di prevenzione degli infortuni.

Al contrario, una deprivazione cronica di sonno può portare a sovraccarichi funzionali, calo della concentrazione e perdita di coordinazione motoria, elementi che aumentano significativamente la probabilità di incidenti durante l’attività sportiva. 

 

L’impatto del sonno sulla prestazione cognitiva e mentale 

Oltre ai benefici fisici, il sonno gioca un ruolo cruciale anche sul piano mentale.

Durante le fasi di sonno REM, il cervello elabora le informazioni acquisite, migliorando la memoria procedurale e la capacità di apprendere nuovi schemi motori.

Questo processo è essenziale per gli atleti che devono memorizzare movimenti complessi, tecniche o strategie di gioco.

Un sonno disturbato compromette la capacità decisionale, riduce l’attenzione e altera la gestione dello stress.

Nelle discipline che richiedono lucidità e reattività — come il tennis, la scherma o gli sport di squadra — anche poche ore di sonno perse possono fare la differenza tra una prestazione eccellente e un errore decisivo.

La stanchezza mentale, inoltre, influisce sulla motivazione e sull’umore, generando un circolo vizioso in cui la scarsa qualità del sonno peggiora l’allenamento e viceversa. 

 

Strategie per migliorare la qualità del sonno negli atleti 

Per un atleta, dormire bene è un vero “allenamento invisibile”.

Garantire un sonno ottimale richiede un approccio personalizzato e multidisciplinare.

Il primo passo consiste nella regolarità: andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora contribuisce a sincronizzare il ritmo circadiano, migliorando l’efficienza del sonno.

L’ambiente gioca un ruolo altrettanto importante: la stanza dovrebbe essere buia, silenziosa e mantenere una temperatura intorno ai 18-20 gradi. 

Anche le abitudini pre-sonno possono influenzare la qualità del riposo.

È consigliabile evitare l’uso di dispositivi elettronici almeno un’ora prima di coricarsi, poiché la luce blu degli schermi inibisce la produzione di melatonina.

Una cena leggera, ricca di carboidrati complessi e povera di grassi, può favorire l’addormentamento.

Alcuni atleti trovano beneficio in tecniche di rilassamento come la respirazione profonda o la meditazione guidata, utili a ridurre la tensione accumulata durante la giornata. 

 

Il sonno come parte integrante della programmazione atletica 

Nella preparazione sportiva moderna e scientificamente applicata, il sonno non è più visto solo come “tempo di riposo”, ma come una parte attiva e strategica della programmazione atletica, al pari di allenamento, alimentazione e recupero fisico.

Non a caso, allenatori e medici sportivi sempre più spesso inseriscono il monitoraggio del sonno tra gli indicatori di carico e recupero, utilizzando dispositivi wearable in grado di analizzare la durata e le fasi del riposo notturno.

Questi dati consentono di adattare l’intensità delle sedute di allenamento in base allo stato di recupero dell’atleta, prevenendo il sovrallenamento e ottimizzando le prestazioni. 

Inoltre, in periodi di competizione, un’ora di sonno in più può migliorare la resistenza, la prontezza mentale e la stabilità emotiva.

Programmare brevi sonnellini diurni, soprattutto dopo sessioni intense o viaggi internazionali, aiuta a compensare eventuali deficit e a mantenere l’equilibrio fisiologico. 

 

Dormire bene per vincere meglio 

Il sonno è una componente allenabile e va programmato, integrato, monitorato e protetto come qualsiasi altra variabile del training.

Infatti, nel panorama della medicina dello sport, il sonno emerge come un parametro determinante per la salute e la performance atletica.

Non basta allenarsi duramente per ottenere risultati: è necessario concedere al corpo e alla mente il tempo di rigenerarsi.

Un sonno regolare, profondo e di qualità rappresenta la base su cui costruire forza, resistenza e concentrazione.

 Investire nella qualità del riposo significa ridurre gli infortuni, potenziare le capacità cognitive e migliorare la longevità sportiva.

In un’epoca in cui la performance viene misurata al millisecondo, saper dormire bene può diventare il vero segreto per vincere — non solo in gara, ma anche nella cura del proprio benessere complessivo. 


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