Lo scompenso cardiaco: una pandemia silenziosa 

Lo scompenso cardiaco: una pandemia silenziosa 

di Cerba HealthCare Italia

Lo scompenso cardiaco rappresenta oggi una vera pandemia silenziosa.

Colpisce milioni di persone nel mondo, spesso in modo subdolo, favorito dall’invecchiamento progressivo della popolazione e da stili di vita poco salutari.

Si tratta di una condizione cronica in costante aumento, di cui si parla troppo poco, e quasi sempre troppo tardi, quando i sintomi si sono già manifestati o le condizioni cliniche sono avanzate.

 

Quando il cuore non ce la fa più

Lo scompenso cardiaco è l’incapacità del cuore di pompare sangue a sufficienza per soddisfare le esigenze dell’organismo.

È un cuore che “non ce la fa più”, ma che spesso lotta per anni, cercando di compensare il deficit funzionale finché, a un certo punto, cede.

A quel punto il paziente inizia a manifestare segni come fiato corto, affaticamento anche per sforzi lievi, gonfiore alle gambe o palpitazioni.

Ma è importante sapere che lo scompenso può essere presente anche in assenza di sintomi evidenti, e questo lo rende ancora più insidioso e pericoloso.

 

Come si valuta la gravità

Per valutarne la gravità usiamo la classificazione NYHA, che va dalla classe I, in cui il paziente è asintomatico, alla classe IV, in cui i sintomi si manifestano anche a riposo.

Esiste inoltre una distinzione tra scompenso sistolico, in cui il cuore non riesce a contrarsi in modo efficace, e diastolico, quando il cuore non si rilassa e non si riempie correttamente.

Entrambe le forme, se non diagnosticate e trattate per tempo, possono evolvere verso situazioni cliniche molto serie.

 

Le cause principali

Le cause principali di scompenso sono ben note e in larga misura prevenibili.

L’ipertensione arteriosa è tra le più comuni: costringe il cuore a un lavoro costante ed eccessivo, che alla lunga lo affatica. Il colesterolo LDL -cosiddetto “colesterolo cattivo”- favorisce la formazione di placche aterosclerotiche che ostacolano il flusso sanguigno.

Il diabete, spesso privo di sintomi per anni, danneggia vasi, nervi e cuore. Il fumo, l’obesità – ancora sottovalutata come problema medico – e la sedentarietà aggravano il quadro clinico. Anche lo stress cronico incide pesantemente sulla salute cardiovascolare, alterando l’equilibrio neuroendocrino e favorendo l’aumento della pressione arteriosa.

 

Il ruolo delle infezioni

A questi fattori si aggiungono anche le infezioni virali, come l’influenza stagionale o il COVID-19, che possono provocare infiammazioni a livello del miocardio o del pericardio, evolvendo in quadri di scompenso acuto.

 

La prevenzione è decisiva

Per questo la prevenzione è decisiva.

Non bisogna aspettare di sentirsi male per fare controlli. In ambulatorio inizio sempre da un’anamnesi completa: familiarità, pressione, glicemia, abitudini, attività fisica.

Poi consiglio tre esami chiave:

  • elettrocardiogramma
  • ecocardiogramma
  • test da sforzo.

L’ECG evidenzia aritmie o ischemie.

L’eco mostra in tempo reale il movimento del cuore, la sua contrattilità, il funzionamento delle valvole.

Il test da sforzo valuta la risposta dell’apparato cardiovascolare sotto sforzo controllato: in presenza di fattori di rischio consiglio di eseguirlo a partire dai 40-50 anni.

 

Attenzione ai giovani sportivi

Attenzione anche ai giovani sportivi.

Patologie cardiache potenzialmente gravi possono colpire anche soggetti giovani e apparentemente sani.

Alterazioni all’ECG o anomalie ecocardiografiche richiedono sempre approfondimenti.

Nei casi dubbi, la risonanza magnetica cardiaca è lo strumento diagnostico più preciso.

In presenza di segnali sospetti, è fondamentale sospendere l’attività sportiva per consentire un periodo di osservazione e rivalutazione.

 

Il cuore non aspetta

Il cuore non aspetta. Lo scompenso non compare all’improvviso: è il risultato di anni di trascuratezza, ma può essere intercettato in tempo.

Abbiamo strumenti efficaci e accessibili.

La vera medicina è la prevenzione: controllarsi anche quando ci si sente bene.

Può letteralmente salvare la vita.


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