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Mononucleosi infettiva: gli sportivi una categoria a rischio

Gli sportivi sono una categoria a rischio di infezioni principalmente a causa dell'elevato livello di sforzo fisico richiesto dalla loro attività, che può indebolire il sistema immunitario, rendendoli più suscettibili alle infezioni virali e batteriche. A ciò si aggiunge il fatto che gli atleti spesso si allenano in spazi comuni come palestre, piscine o campi sportivi, dove possono entrare in contatto con altri sportivi portatori di malattie.

Dottoressa esegue analisi per identificare la Mononucleosi infettiva

Di Prof. Francesco Broccolo
Se un atleta si ammala, può essere costretto a fermarsi per un certo periodo di tempo, a seconda della gravità dell’infezione. Questo può significare perdere importanti competizioni e compromettere il lavoro di anni di duro allenamento.
Inoltre, l’inattività forzata può portare a una perdita di forma fisica e di tono muscolare.
Per i grandi atleti, come quelli che partecipano ai Giochi Olimpici o ai Campionati del Mondo, fermarsi a causa di un’infezione può anche significare perdere l’opportunità di rappresentare il proprio paese e di vincere medaglie.Per questi motivi, gli atleti devono fare attenzione a mantenere una buona igiene personale, a seguire una dieta equilibrata e a prendere le giuste precauzioni per ridurre il rischio di infezioni, come ad esempio il lavaggio regolare delle mani e l’uso di disinfezione per gli attrezzi e le superfici comuni.

La mononucleosi e virus Epstein-Barr (EBV)

Tra le infezioni comuni nello sportivo c’è un’infezione virale causata dal virus di Epstein-Barr (EBV) che può causare la mononucleosi infettiva.L’infezione viene trasmessa attraverso il contatto con la saliva infetta, come il baciarsi o condividere drink o posate con una persona infetta; non è una infezione sessualmente trasmissibile.L’infezione da EBV nei bambini è asintomatica o paucisi-asintomatica mentre negli adolescenti, giovani adulti e adulti con sistema immunitario maturo, l’infezione può dare la mononucleosi infettiva che è il risultato di una guerra civile tra il virus nascosto nelle cellule e i linfociti T citotossici che cercano di eliminarlo uccidendo le cellule infette.

I sintomi della mononucleosi infettiva

Febbre, astenia, lieve cefalea, stanchezza e mal di gola sono dovuti sia a una crescita di linfociti (effetto mitogeno del virus), sia alle sostanze che essi producono per indurre il corpo a reagire all’infezione.

I sintomi sono un senso di spossatezza e un leggero mal di gola che nel giro di una settimana si fa molto forte. La lingua si copre di una spessa patina mentre i linfonodi (ghiandole sul collo, sotto le ascelle e nel basso ventre) si ingrossano e fanno male.

Sono frequenti attacchi di febbre durante la notte con ingente sudorazione. Raramente provoca epatite con itterizia.

Gli atleti sono a maggior rischio di contrarre la mononucleosi infettiva a causa della loro maggiore esposizione a situazioni di contatto ravvicinato con scambio di borracce o bottiglie d’acqua fra amici che può essere causa di trasmissione e alla fatica fisica che può indebolire il sistema immunitario.

Cosa fare in caso di sospetto di mononucleosi infettiva?

In caso di sospetta mononucleosi infettiva, gli atleti dovrebbero consultare immediatamente un medico per confermare la diagnosi.

In genere, il medico eseguirà un test rapido (mono test) ematico per verificare la presenza nel sangue di anticorpi eterofili che sono prodotti in risposta all’infezione da EBV.

Se il mono test è negativo e il sospetto di mononucleosi si mantiene alto, allora può essere effettuato un test più specifico per evidenziare la presenza degli anticorpi IgG e IgM diretti contro antigeni VCA e EA di EBV.

Un emocromo e striscio di sangue può essere richiesto anche nel caso si evidenziasse in un paziente con transaminasi alti il sospetto di mononucleosi infettiva in quanto tale malattia è per valutare la presenza di linfociti atipici.

Quali possono essere gli effetti della mononucleosi?

La mononucleosi è contagiosa dal momento in cui compaiono i primi sintomi, mentre non è contagiosa nella fase di incubazione. La durata della contagiosità è variabile: contagiosa per circa 6 mesi dopodiché il virus persiste e si ritrova nella saliva.

La malattia può causare l’ingrossamento della milza che di per sé non è un problema, ma una milza un po’ ingrossata può più facilmente andare incontro a una rottura.

Quindi è consigliato da tutte le linee guida un riposo di almeno 3-4 settimane (con l’astensione dell’attività fisica soprattutto di quelle che implicano un contatto fisico).

Per questo motivo gli atleti che hanno contratto la mononucleosi infettiva dovrebbero riposare e non praticare sport fino a quando non si sentono meglio e il medico non ha dato il via libera.

La durata del periodo di riposo varia a seconda della gravità dei sintomi e può durare da alcune settimane a diversi mesi.

Durante il periodo di riposo, gli atleti dovrebbero seguire una dieta sana ed equilibrata per aiutare il loro sistema immunitario a combattere l’infezione. Inoltre, dovrebbero evitare di bere alcolici e di assumere farmaci che potrebbero danneggiare il fegato, poiché la mononucleosi infettiva può causare l’infiammazione del fegato.

Gli atleti dovrebbero anche evitare di condividere borracce, posate e altri oggetti personali con altri atleti per prevenire la trasmissione del virus di Epstein-Barr.

Gli atleti dovrebbero essere consapevoli dei rischi della mononucleosi infettiva e prendere le precauzioni necessarie per evitare la trasmissione del virus di Epstein-Barr.

In caso di sospetta infezione, quindi è importante consultare immediatamente un medico e seguire le istruzioni per il periodo di riposo e di recupero.

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