Neuroscienze, l’allenamento cognitivo

Neuroscienze, l’allenamento cognitivo

di Cerba HealthCare Italia

I tre livelli che definiscono l’allenamento sportivo possono essere individuati nell’aspetto funzionale, cognitivo ed emozionale, e tutti e tre interagiscono tra di loro al fine di rendere il movimento il più possibile esatto e rispondente allo scopo tecnico (biomeccanica), il più possibile economico (energetica muscolare), il più possibile intelligente ed adattato alla situazione (aspetto cognitivo), il meno possibile soggetto ai cosiddetti stressors (aspetto emozionale).

 

 Interazione nei tre aspetti dell'allenamento  cognitivo

 

Aspetto funzionale

L’aspetto funzionale, biomeccanico ed energetico dell’allenamento, riguarda la contrazione muscolare in regime aerobico (sport di resistenza), anaerobico alattacido e lattacido (sport di potenza – potenza = forza x velocità), misto (sport di squadra, di opposizione, di lotta, di destrezza).

È l’aspetto che abbisogna dell’intervento degli apparati cardio-circolatorio e respiratorio (macchina cuore-polmone) per captare ed inviare l’ossigeno ai muscoli.

Ma anche dell’intervento del sistema nervoso vegetativo o periferico, che con le due catene nervose, non soggette alla volontà, del simpatico e del parasimpatico, aumentano la funzionalità dell’organismo in situazione di stress fisico e psichico (simpatico, con mediatore chimico l’adrenalina), o la diminuiscono in situazione di recupero fisico e relax psichico (parasimpatico, con mediatore chimico l’acetilcolina).

I parametri dell’organismo interessati sono la frequenza cardiaca, respiratoria, la gettata cardiaca (quantità di sangue in uscita dal cuore misurata in litri al minuto), la pressione sanguigna, la sudorazione, il diametro pupillare, il tono muscolare di base.

Il sistema funzionale su base cardiocircolatoria, respiratoria, muscolare, attiva le strutture passive dell’apparato locomotore, ovvero le ossa e l’unione di più ossa tra di loro, le articolazioni.

 

Aspetto cognitivo

L’aspetto cognitivo, le neuroscienze sono di totale pertinenza del sistema nervoso centrale (emisferi cerebrali, cervelletto, tronco cerebrale, midollo spinale, nervi sensitivi e motori).

È l’aspetto che definisce il gesto motorio intelligente, perché pensato e analizzato prima del movimento eseguito.

È un livello qualitativamente elevato, nel quale assumono importanza notevole aspetti come la percezione, l’attenzione, la lettura della situazione (sia nei cosiddetti sport ciclici, ripetitivi nella ricerca del gesto biomeccanicamente ed energeticamente precisi, che in quelli aciclici, di squadra, di lotta, di opposizione, di destrezza), la presa di decisione, il feedback, il riconoscimento e la correzione dell’errore, il passaggio dal movimento volontario ad automatizzato.

Prima di eseguire un movimento, si devono prendere informazioni dalle percezioni, che trasportano l’impulso nervoso da recettori nervosi specifici, gli analizzatori, a determinate aree della corteccia cerebrale, dove avviene il riconoscimento delle percezioni.

Le percezioni e gli analizzatori preposti al movimento sono 5, ed arrivano simultaneamente alla corteccia ed alle aree di associazione corrispondenti (invio in parallelo tramite nervi sensitivi, dalla periferia al centro), mentre dalle aree di associazione motoria gli impulsi arrivano ai muscoli (invio in serie, uno dopo l’altro, tramite nervi motori).

I 5 analizzatori motori sono:

  • Visivo: informazioni centrali e periferiche;
  • Uditivo: informazioni verbali e della natura stessa del gesto;
  • Tattile: informazioni su forma e superficie di oggetti, aria, acqua;
  • Cinestesico: informazioni del movimento del corpo nello spazio;
  • Vestibolare: informazione dell’equilibrio del corpo in condizioni statiche e dinamiche.

 

Attenzione e percezioni

Condizione necessaria per rendere le percezioni utili, è avere una buona capacità di attenzione, che ha un dispendio energetico che si somma a quello muscolare, per l’utilizzo di glucosio a livello delle cellule nervose, i neuroni.

Ogni movimento eseguito dà percezioni di ritorno, che definiscono il feedback motorio, il quale a sua volta definisce l’errore motorio.

L’apprendimento cognitivo basato sul riconoscimento delle percezioni aiuta a riconoscere l’errore funzionale da quello cognitivo.

Il percorso percezioni-corteccia-muscoli, definisce il movimento volontario, lento, pensato, controllato, che interviene nei primi momenti dell’apprendimento.

Man mano che procede l’apprendimento, il gesto si velocizza, si automatizza, risulta meno pensato; il percorso nervoso parte dalle percezioni, che vengono immagazzinate nel cervelletto, banca dati motoria e percettiva, e arriva ai muscoli scelti per il movimento.

 

Integrazione degli aspetti nel movimento cognitivo

 

Aspetto emozionale

L’aspetto emozionale può ritardare o annullare del tutto il movimento, fonte di presa di decisione (le informazioni assunte ed inviate alla corteccia sono giuste, il movimento di risposta è corretto, ma non avviene).

Al di sotto della corteccia e del cervelletto vi sono dei nuclei presenti nel tronco cerebrale, che inviano impulsi nervosi che bloccano l’intenzionalità e l’esecuzione del movimento prescelto.

Gli stressors (agenti stressanti) più frequenti sono:

  • Paura;
  • Stress;
  • Negatività nell’insegnamento;
  • Emotività.

Quest’ultimo livello sta assumendo, a tutti i livelli, dallo sport giovanile a quello professionistico, una notevole importanza, rendendo purtroppo inefficace l’aspetto funzionale e cognitivo. Troppo stress, a tutti i livelli, a partire dagli istruttori, dirigenti, genitori.

 

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