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Poliabortività cosa vuol dire

Le più recenti indicazioni di varie società scientifiche definiscono la poliabortività come la perdita di due o più gravidanze clinicamente riconosciute, anche non consecutive, entro le 20/24 settimane.

Una mano che tiene la figura disegnata di un feto, immagine associata all'aborto e alla poliabotività

Di Dott. Sergio Carlucci
La poliabortività riguarda circa l’1-3% delle coppie che cercano di concepire.
Il singolo aborto spontaneo colpisce invece fino al 50% delle coppie. Purtroppo, circa la metà dei concepimenti abortisce entro le dodici settimane, e circa la metà di questi aborti è così precoce da non essere percepito dalla donna.



Si può identificare la causa della poliabortività?

Non sempre è identificabile, tuttavia, le seguenti sono le più comuni:

Anomalie genetiche

Oltre quelle casuali, si può essere in presenza di una traslocazione o di altre anomalie nel corredo cromosomico della coppia.

Anomalie della cavità uterina

Come la presenza di un utero setto, malformazione congenita che può essere incompatibile con l’attecchimento e/o lo sviluppo dell’embrione.

Trombofilia

Condizione medica predisponente di trombosi venose profonde, che se si sviluppano a livello placentare possono indurre alla perdita del bambino.

Disturbi del sistema endocrino e metaboliche

Le donne affette da ipotiroidismo hanno un rischio maggiore di avere aborti ricorrenti; da non trascurare neppure il ruolo dell’iperprolattinemia, della scarsa produzione di progesterone ed il diabete scompensato (che può indurre malformazioni fetali incompatibili con la vita).

Malattie autoimmuni o alloimmunità

Le cellule fetali possono essere individuate dal sistema immunitario materno come estranee e dunque essere rifiutate dall’organismo.

Cause infettive

Il ruolo dei processi infettivi è ancora controverso, tra i germi più comunemente incriminati: Chlamydia, Mycoplasma, Ureaplasma, Listeria, Cytomegalovirus e Toxoplasma.
Non vanno poi trascurati altri importanti fattori di rischio per il proseguo di una corretta gravidanza. L’età della gestante ad esempio è determinante nel rischio di poliabortività: in relazione alla maggiore incidenza di anomalie cromosomiche dopo i 35 anni ed ancora di più dopo i 40, le percentuali di aborto ricorrente aumentano significativamente.


Questo articolo è contenuto nel nostro ultimo Cerba Magazine Italia #9
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Quali indagini diagnostiche effettuare per identificare cause di poliabortività?

Presso i Poliambulatori e Laboratori Cerba HealthCare Italia si possono effettuare alcuni esami per indagare se esiste una causa specifica di poliabortività :
  • Esame del cariotipo (per escludere o confermare anomalie cromosomiche)
  • Ecografia o preferibilmente un’isterosalpingografia per valutare la presenza di un problema uterino come l’utero setto
  • Analisi del sangue per identificare problemi autoimmuni, ormonali o metabolici
  • In caso di raschiamento, o comunque in presenza di tessuti fetali espulsi con l’aborto, talvolta può essere utile anche un test genetico su questi.
Un ulteriore controllo che può essere eseguito sulla donna e che ultimamente sta raccogliendo sempre più consensi tra i ginecologi che si occupano di ostetricia e di infertilità è l’analisi del microbioma endometriale, volta ad escludere la presenza di microrganismi nocivi nel tessuto endometriale che possano compromettere l’attecchimento e il successivo sviluppo dell’embrione nella cavità uterina.

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