Vaping e salute: cosa sappiamo oggi sui rischi delle sigarette elettroniche 

Vaping e salute: cosa sappiamo oggi sui rischi delle sigarette elettroniche 

di Dott. Sergio Carlucci

Fumare senza fumo. È così che le sigarette elettroniche sono entrate nell’immaginario collettivo: un’alternativa “più pulita” al tabacco tradizionale, meno tossica, più moderna, più socialmente accettata.

Il vaping ha guadagnato rapidamente popolarità, soprattutto tra i giovani, grazie anche a dispositivi dal design accattivante, aromi alla frutta e una comunicazione seducente.

Ma dietro quella nuvola profumata, la scienza continua a sollevare dubbi sempre più concreti.

Oggi, non possiamo più fingere che sia tutto innocuo. Le sigarette elettroniche non sono acqua aromatizzata al gusto fragola, e iniziano a mostrare il loro lato oscuro.

Il problema non è solo cosa c’è dentro, ma cosa succede al nostro corpo dopo ogni tiro. Perché il vaping, pur essendo diverso dal fumo classico, non è privo di rischi. Anzi, alcuni effetti a lungo termine iniziano ora a essere documentati, e il quadro si sta complicando. 

Il fumo passivo da sigaretta elettronica, anche se meno dannoso del fumo passivo da sigarette tradizionali, può comunque causare irritazioni e infiammazioni nei non fumatori. 

 

Cosa contiene davvero il vapore? 

Una delle grandi illusioni delle sigarette elettroniche è che emettano solo vapore acqueo.

In realtà, i liquidi utilizzati – chiamati e-liquid – contengono nicotina, glicole propilenico, glicerina vegetale, aromi e una lunga serie di additivi chimici.

Quando questi composti vengono riscaldati, possono generare sostanze chimiche reattive, tra cui formaldeide, acetaldeide e acroleina – tutte potenzialmente tossiche o irritanti per le vie respiratorie.

Il riscaldamento dei liquidi non produce fumo nel senso classico, ma un aerosol sottile che, inalato regolarmente, può danneggiare le cellule dell’apparato respiratorio, alterare la funzione polmonare e aumentare lo stress ossidativo a livello sistemico. Anche se in quantità inferiori rispetto alle sigarette tradizionali, il rischio non è assente. E soprattutto, i dati iniziano a mostrare che non serve fumare per anni per iniziare a vedere gli effetti e le conseguenze. 

 

Polmoni, cuore e cervello: cosa dicono gli studi 

Negli ultimi anni, diversi studi hanno iniziato a documentare gli effetti fisiologici del vaping sugli organi bersaglio.

A livello polmonare, sono stati osservati casi di infiammazione cronica, alterazioni dell’epitelio bronchiale e persino lesioni acute come nel caso dell’EVALI (una forma grave di lesione polmonare associata all’uso di sigarette elettroniche), emersa soprattutto negli Stati Uniti.

I soggetti colpiti, per lo più giovani, hanno riportato sintomi gravi come tosse persistente, difficoltà respiratoria, febbre e nei casi più estremi, insufficienza respiratoria.

Anche il sistema cardiovascolare è coinvolto. La nicotina, che è presente nella maggior parte dei prodotti da svapo, ha un effetto vasocostrittore e accelera il battito cardiaco, aumentando la pressione arteriosa. Alcune ricerche indicano che il vaping può compromettere l’endotelio vascolare, favorendo uno stato infiammatorio che, nel tempo, aumenta il rischio di malattie coronariche e ictus.

Sul fronte cognitivo, i dati sono ancora in evoluzione, ma ci sono preoccupazioni crescenti. Soprattutto nei giovani, la nicotina può interferire con lo sviluppo cerebrale, influenzando l’attenzione, la memoria e i circuiti della gratificazione.

È una sostanza psicoattiva che crea dipendenza, e il fatto che sia vaporizzata non ne riduce l’impatto neurologico. 

 

tavolo giallo con sopra sigarette elettroniche - Vaping e salute

 

 

Giovani e normalizzazione: il rischio culturale 

Uno degli aspetti più preoccupanti del vaping è il suo successo tra gli adolescenti.

Dispositivi piccoli, aromi dolci, marketing social-friendly: tutto sembra costruito per attrarre una fascia di età che, in teoria, non dovrebbe nemmeno avvicinarsi alla nicotina. Ma i numeri raccontano un’altra storia. In molti Paesi, l’uso di sigarette elettroniche tra i giovani ha superato quello delle sigarette tradizionali. 

Il rischio non è solo sanitario, ma anche educativo e comportamentale. Il vaping viene percepito come un’abitudine innocua, quasi un passatempo, quando in realtà rappresenta l’ingresso precoce in una dipendenza. Molti iniziano “per gioco” e si trovano, dopo poche settimane, a non riuscire più a farne a meno.

Alcuni passano poi alle sigarette classiche o associano entrambe le abitudini. In questo senso, più che una soluzione, il vaping rischia di essere una nuova porta d’ingresso verso la dipendenza da nicotina. 

 

E per smettere di fumare? Funziona davvero? 

Molti difensori del vaping lo presentano come uno strumento utile per smettere di fumare. E in alcuni casi lo è.

Esistono studi che suggeriscono che le sigarette elettroniche possono aiutare alcuni fumatori accaniti a ridurre il consumo di tabacco o a smettere del tutto. Tuttavia, questo beneficio è condizionato da un uso controllato, monitorato, temporaneo. Il problema nasce quando il dispositivo da supporto si trasforma in nuova abitudine consolidata. 

Molti ex fumatori che passano al vaping non smettono di usare nicotina, ma semplicemente la assumono in una nuova forma, più socialmente accettata, senza evitare la dipendenza. E per la salute, questo è un compromesso che può portare a forme diverse ma altrettanto insidiose di danno. 

 

Cosa sappiamo oggi? Che serve più consapevolezza 

Il vaping non è – come a lungo pubblicizzato – una “versione leggera” del fumo. È un fenomeno diverso, con rischi specifici, spesso sottovalutati. I dati attuali indicano che non si può parlare di sicurezza, ma solo di minor danno rispetto al tabacco combusto, in alcune circostanze e per un periodo limitato. 

Per chi non ha mai fumato, iniziare a svapare è un rischio inutile.

Per chi sta cercando di smettere, può essere un aiuto momentaneo, ma solo se accompagnato da un percorso di disassuefazione vero, con obiettivo di liberarsi anche dal dispositivo. 

Inoltre, è importante informarsi sui potenziali rischi del vaping e prendere decisioni consapevoli riguardo al suo utilizzo. 

 

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